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Spazio pubblico o spazio privato? Una riflessione sull’ascensore.

Il pensiero mi è venuto in mente qualche settimana fa, in una piacevole mattinata, piena di sole ma ancora non troppo calda.

Mentre prendevo un po’ di tempo per me, assorta nei miei pensieri, scendendo fino al piano terra per recarmi al lavoro, mi sono messa a riflettere sull’ascensore e il suo significato nella quotidianità.

Per una gran parte di noi, il gesto di prendere l‘ascensore è ormai un’azione naturale che scandisce i tempi della giornata, come prendere un caffè o aspettare l’autobus.

Di più, l’ascensore è una sorta di varco tra il privato e il pubblico. È il mezzo che ti catapulta comodamente dalla tua piccola realtà, intima e personale, alla vita caotica e frenetica di tutti i giorni.

Questa caratteristica simbolica si è evoluta nel tempo e continua ad evolversi.

Ne è passato di tempo da quando l’ascensore era un luogo anonimo, impersonale, per alcuni addirittura una vera fonte di paura! Certo, si tratta sempre di un mezzo di trasporto, il cui valore è per prima cosa funzionale, e le fobie degli ascensori non sono di sicuro sparite.

Ma le cose, negli ultimi anni, sono decisamente cambiate.

Innanzi tutto, oggi si possono realizzare ascensori bellissimi, pieni di personalità, dall’estetica curata e personalizzata come una stanza della casa. MBB è in prima linea nel proporre questo tipo di prodotto.

Inoltre, non dico per tutti, ma almeno per molti di noi, l’ascensore è diventato un luogo aperto verso l’esterno, di comunicazione col mondo.

Fino a ieri al massimo ci si rintanava in quella cabina ristretta, un po’ isolata dal resto dell’edificio, nella speranza che non salissero altre persone con cui interagire.

Se succedeva, si salutava velocemente e un po’ imbarazzati, fingendo nonchalance e voltando subito lo sguardo agli angoli o alle pareti.

Oggi, al contrario, è lo scenario di un vezzo fin troppo diffuso: il selfie in ascensore. In tutti i social spopolano le foto dei vip (o degli amici…) immortalati in cabina, con l’aiuto dello specchio, come in un set fotografico improvvisato.

Insomma parliamoci chiaro, il nostro caro ascensore alberga nella parte più intima della nostra vita e allo stesso tempo ci apre la porta al mondo.

Allora ho pensato: prendiamoci cura di esso. Perché se è vero che a volte, in fondo, ci spaventa un po’, allo stesso tempo ci offre tantissimo. In cambio ci chiede quasi nulla, solo di tenerlo ben controllato.

Basta poco per mantenerlo efficiente, una manutenzione periodica ed il gioco è fatto.

Perché non dobbiamo mai dare per scontato che lui ci sia sempre!

Il rischio è che ci lasci a piedi!

Veronica Luconi, impiegata amministrativa MBB, reparto service